Inizio dei programmi finanziati con contributi legati ai progetti 2021-2024
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Nel 2021 le sfide che le scuole universitarie svizzere e la società nel suo complesso hanno dovuto affrontare sono state più ardue che mai. La crisi dovuta alla pandemia da coronavirus ha avuto massicce ripercussioni sulle lezioni: inizialmente queste ultime sono proseguite online e quando poi è stato possibile tornare in presenza, le scuole universitarie hanno dovuto introdurre anche il certificato COVID. Le misure di protezione messe in atto in tutto il mondo hanno pregiudicato gli scambi interpersonali, complicato notevolmente la mobilità di studenti e accademici e limitato la vita sociale. A livello politico, l’interruzione delle trattative sull’accordo quadro con l’UE decisa dal Consiglio federale ha portato all’esclusione della Svizzera dal programma di ricerca Horizon Europe e al declassamento a Paese terzo non associato. Ciò mette a rischio non solo la collaborazione internazionale, ma anche la posizione delle nostre istituzioni nel panorama europeo della ricerca.
Tuttavia, dietro ogni crisi si cela anche un’opportunità. Su entrambi i fronti le scuole universitarie sono state in grado di soddisfare appieno le aspettative riposte nei loro confronti a livello nazionale. Nella lotta contro la pandemia, grazie alla loro competenza scientifica sono riuscite a fornire un contributo in tutti i settori: sia nell’ambito della protezione della salute sia in relazione a questioni di genere economico, sociale e psicologico. Hanno fornito alla politica i fatti necessari affinché i responsabili disponessero di solide basi per i processi decisionali. Inoltre, nonostante la crisi, hanno assicurato l’adempimento dei propri compiti chiave. L’attività di insegnamento e ricerca è quindi proseguita, così come la fornitura di servizi per la società. Sono nate nuove collaborazioni a livello nazionale e sono state consolidate quelle già esistenti. Le misure che hanno interessato direttamente gli studenti sono state attuate in maniera coordinata su scala nazionale.
swissuniversities ha fornito il proprio contributo anche favorendo una rapida attuazione di soluzioni che fossero in grado di attutire le conseguenze negative del declassamento della Svizzera nel programma di ricerca Horizon Europe. Ha evidenziato le conseguenze che un’esclusione definitiva potrebbe avere non solo per la formazione superiore, ma anche per l’economia, l’industria e il benessere del nostro Paese e dei suoi abitanti. Lo scambio di idee e conoscenze è il cuore di una ricerca aperta e orientata alle soluzioni che mira al superamento delle sfide globali come il cambiamento climatico, la digitalizzazione o la crisi del multilateralismo. Per i nostri ricercatori la partecipazione della Svizzera a Horizon Europe è tanto importante quanto lo è quella al programma Erasmus+ per i nostri studenti. In qualità di organizzazione mantello, swissuniversities è riuscita assieme ai suoi membri – le scuole universitarie – ad affrontare entrambi i temi e ad avviare un dibattito pubblico che come ogni attività accademica è stato caratterizzato da equilibrio, scrupolosità e disponibilità alla collaborazione. Insieme, si sono assunte con impegno le proprie responsabilità. E di questo desideriamo ringraziarle.
Prof. Dott. Yves Flückiger
Il presidente di swissuniversities
La pandemia da coronavirus ci ha impegnati anche quest’anno più di quanto sperassimo a gennaio 2021. In una situazione in costante cambiamento, le scuole universitarie hanno fatto tutto quanto era in loro potere per ottenere il meglio per i propri studenti e collaboratori, cercando di preservare l’elevata qualità di insegnamento e ricerca nonché di tutelare la loro salute. Le procedure di consultazione sulle misure di contenimento della pandemia promosse da Consiglio federale e Cantoni hanno posto le organizzazioni universitarie di fronte alla sfida di definire una posizione comune in brevissimo tempo e di comunicare attraverso i propri pareri i requisiti e le condizioni del mondo della ricerca e della formazione.
In molti altri campi sono state poste piccole e grandi basi per il futuro, per esempio attraverso l’elaborazione del coordinamento della politica universitaria a livello nazionale 2025-2028 in collaborazione con l’Unione europea, così come tramite il lavoro sulle questioni relative all’ammissione delle singole scuole universitarie o sulla strategia di Open Research Data.
A livello di segretariato generale ci siamo inoltre confrontati con l’Amministrazione federale delle contribuzioni allo scopo di accertare per quali flussi di denaro swissuniversities sia eventualmente assoggettata all’imposta sul valore aggiunto. Ci stiamo occupando di questo tema già da lungo tempo e confidiamo di poterlo chiarire il prossimo anno in una maniera per noi accettabile.
Nell’estate 2021, per la prima volta nella sua storia il segretariato generale ha potuto accogliere per sei mesi una persona in formazione. Il segretariato generale di swissuniversities sancisce in questo modo la propria partecipazione anche alla formazione professionale e contribuisce al rafforzamento di quest’ultima.
Anche nel 2021 abbiamo lavorato in gran parte in telelavoro. Colgo pertanto l’occasione per ringraziare tutto il personale del segretariato generale per la sua capacità di tenere duro, il suo impegno e la sua volontà non solo di mantenere vivo il nostro spirito di squadra anche in questo periodo fuori dall’ordinario, ma addirittura di rafforzarlo prendendosene cura con metodi innovativi.
Vogliamo inoltre dire grazie a tutti i colleghi e a tutte le colleghe delle scuole universitarie, della Confederazione e dei Cantoni per la stimolante e costruttiva collaborazione!
Dott.ssa Martina Weiss
Segretaria generale di swissuniversities
swissuniversities ha affrontato una vasta gamma di temi nel 2021. Questi comprendevano i seguenti tre temi prioritari: 1. Le scuole universitarie nell’anno pandemico 2021, 2. Posizionamento internazionale delle scuole universitarie, 3. Open Science: Open Access e Open Research Data.
Le scuole universitarie svizzere, i cui campus accolgono quotidianamente migliaia di persone, sono state particolarmente colpite dalla crisi legata al coronavirus. Le loro reazioni a questa situazione eccezionale si sono orientate alle disposizioni federali e cantonali, tenendo conto inoltre delle rispettive dimensioni, del grado di centralizzazione e delle capacità già disponibili presso le istituzioni.
Tutte le scuole universitarie hanno ripreso il semestre primaverile 2021 così come avevano concluso il semestre autunnale 2020: quasi tutti i corsi si sono svolti online, pur prevedendo eccezioni per i settori o le discipline che richiedono necessariamente un’infrastruttura o un’interazione. In seguito all’allentamento delle misure deciso dal Consiglio federale il 14 aprile 2021, la maggioranza delle istituzioni ha poi adeguato la propria strategia introducendo la possibilità di svolgere dei corsi nuovamente in presenza. Le disposizioni emanate dall’Esecutivo (massimo 50 persone negli spazi interni, rispetto delle distanze e limitazione d’uso a un terzo della capienza dei locali) si sono tuttavia dimostrate molto restrittive, in particolare per le istituzioni più piccole, che di conseguenza hanno potuto offrire ai propri studenti solo un limitato sostegno infrastrutturale. All’inizio del semestre autunnale 2021, le istituzioni hanno potuto annullare alcune limitazioni e grazie all’introduzione dell’obbligo di certificato in molti luoghi è stato possibile offrire nuovamente corsi in presenza. Grazie alle ricche offerte online, in particolare sotto forma di registrazioni o lezioni a distanza, gran parte delle scuole universitarie ha consentito la partecipazione ai corsi anche agli studenti privi di un valido certificato COVID.
Gli esami delle sessioni invernale ed estiva 2021 si sono svolti principalmente online.
Per garantire la qualità dei titoli conferiti, spesso le disposizioni derogatorie applicate per le sessioni precedenti non sono state prorogate. Per questo motivo, gli esiti negativi sono stati nuovamente valutati come tali.
Numerose scuole universitarie hanno sviluppato nuove misure per supportare gli studenti sotto il profilo delle ripercussioni materiali della crisi (aiuti d’emergenza, fondo di solidarietà, revisione delle regole per prestiti e borse di studio ecc.) o hanno rafforzato quelle già in atto. Lo stesso vale per le misure a sostegno della salute psichica degli studenti (introduzione di coaching, consulenze a cura di specialisti, workshop, programmi sportivi online ecc.).
In conclusione, bisogna ricordare che, come già nel 2020, le scuole universitarie si sono impegnate a fondo in progetti di ricerca collegati al coronavirus.
swissuniversities è convinta che ricerca e innovazione oltrepassino i confini nazionali e continuerà pertanto a impegnarsi per rafforzare la concorrenzialità e la posizione delle scuole universitarie nel contesto internazionale. Le sfide globali come la pandemia da COVID-19 e il cambiamento climatico richiedono soluzioni congiunte, una scienza aperta, la collaborazione internazionale e un solido finanziamento della ricerca. Tutto ciò è imprescindibile anche per il benessere del nostro Paese.
Da quando il Consiglio federale ha deciso di interrompere i negoziati in merito all’accordo quadro con l’Unione europea, la Svizzera ha momentaneamente acquisito lo status di Paese terzo non associato. Di conseguenza, le scuole universitarie svizzere non possono più partecipare a pieno titolo ai programmi Horizon Europe ed Erasmus+. Non è quindi più possibile – se non solo in misura limitata – attuare i progetti, il che si ripercuote negativamente sulle scuole universitarie. Ciò complica notevolmente il reclutamento dei ricercatori e comporta un aumento del rischio che scienziate e scienziati di punta si trasferiscano all’estero. Nel corso del 2021 swissuniversities si è rivolta a più riprese alle proprie organizzazioni partner a livello europeo richiamando continuamente l’attenzione delle autorità e delle associazioni partner nazionali su questa situazione estremamente critica per il futuro della piazza di ricerca e formazione svizzera. L’impegno sotto questo profilo sarà portato avanti anche nel 2022, nella speranza che si possa giungere presto a una soluzione.
Per quanto riguarda il posizionamento internazionale delle scuole universitarie, al termine del 2020 swissuniversities ha inviato a tutte le scuole universitarie un sondaggio relativo alla collaborazione con la Cina. Dai risultati del sondaggio emerge chiaramente che rispetto a questa tematica è necessario agire. Sulla base di questi risultati si è deciso di intervenire in tre ambiti:
1) Rafforzamento del coordinamento a livello nazionale
2) Elaborazione di una guida pratica
3) Istituzione di un gruppo di lavoro con il compito di verificare la rilevanza della creazione di una rete nazionale sul tema della Cina. Un primo confronto nazionale su questo argomento si è svolto il 24 novembre 2021 nell’ambito dell’Europa Forum di Lucerna. Una guida è in fase di elaborazione e dovrebbe essere pubblicata nella primavera del 2022.
Il programma Open Science mira a rendere accessibili in maniera paradigmatica la ricerca scientifica, i dati e la loro diffusione a tutti i livelli di una società votata alla ricerca e all’opinione pubblica.
Nel 2021 si è concluso il Programma P-5 (2013-2021) dedicato all’informazione scientifica, i cui risultati sono stati discussi con la comunità di ricerca nell’ambito del convegno «P-5 Outcomes: Scientific Information Services for All» tenutosi il 30 novembre 2020. Nel corso di due periodi ERI il programma ha finanziato complessivamente 43 progetti, 30 dei quali hanno portato allo sviluppo di servizi di cui possono beneficiare tutti i membri della comunità scientifica.
Dal Programma P-5: Informazione Scientifica è nato l’attuale programma Open Science 2021-2024, che si concentra su due ambiti tematici chiave: nella fase A su Open Access e nella fase B su Open Research Data.
Sulla base della strategia e del piano di azione Open Access del 2017, è stato fatto intervenire il team Big Deals incaricato delle trattative. Grazie alla proficua conclusione delle trattative nel 2021 con le tre grandi case editrici Elsevier (maggio 2020), Springer Nature (luglio 2020) e Wiley (aprile 2021), swissuniversities ha attuato con i tre maggiori editori il modello Read&Publish, che dà accesso alla lettura delle riviste scientifiche e comprende al tempo stesso anche le pubblicazioni Open Access. Parallelamente alla conclusione delle trattative, nel 2021 abbiamo avviato i preparativi per la prossima tornata negoziale.
Nel 2021 swissuniversities ha soddisfatto il mandato assegnatole a gennaio 2020 dalla SEFRI di sviluppare una strategia di Open Research Data, un relativo piano di azione e il programma Open Science I, Phase B – ORD: swissuniversities, il Consiglio dei PF, il Fondo nazionale svizzero (FNS) e le Accademie svizzere delle scienze hanno approvato nell’estate 2021 la strategia di Open Research Data e nell’inverno dello stesso anno il relativo piano di azione.
La strategia ORD si concentra su quattro obiettivi: lo sviluppo mirato e il supporto di soluzioni ORD basate su esigenze e pratiche ORD provenienti dalle diverse comunità di ricerca, lo sviluppo strategico e il consolidamento di infrastrutture e servizi, la promozione delle competenze ORD dei ricercatori e lo scambio di buone pratiche, così come la creazione di condizioni quadro sistemiche e di supporto per le istituzioni e le comunità di ricerca.
La volontà comune di coordinamento e il relativo approccio cooperativo rappresentano una peculiarità centrale della strategia e del piano di azione. Per questo motivo sarà impiegato uno Strategy Council con vasto sostegno, che assumerà la direzione strategica del piano di azione ORD. La comunità ORD svizzera sarà inoltre coinvolta nella direzione della strategia Open Research Data: due cosiddetti «sounding board» composti da ricercatori e fornitori di prestazioni appartenenti alle istituzioni ERI supporteranno l’attuazione delle misure ORD in modo decentralizzato.
"Specialmente in considerazione degli sviluppi globali degli ultimi anni, esporsi a tutela dell’integrità scientifica e della libertà accademica è diventato ancora più importante."
Nel 2021 swissuniversities ha consolidato i valori accademici e l’integrità scientifica. Da un lato, con una dichiarazione sui valori scientifici ha richiamato alla memoria i due principi dell’autonomia istituzionale e della libertà accademica. Specialmente in considerazione degli sviluppi globali degli ultimi anni, esporsi a tutela di questi principi a rischio è diventato ancora più importante. In questo contesto, l’autonomia istituzionale e la libertà accademica forniscono un contributo fondamentale alla stabilità della società e della democrazia.
Dall’altro lato – attraverso un codice sull’integrità scientifica elaborato congiuntamente – swissuniversities, il Fondo nazionale svizzero, le Accademie svizzere delle scienze e l’Agenzia svizzera per la promozione dell’innovazione Innosuisse si impegnano affinché nella comunità scientifica l’integrità venga messa concretamente in pratica e i comportamenti errati vengano evitati. Il codice raccomanda inoltre strutture e valori cardine per le procedure di gestione delle violazioni.
In questo contesto, swissuniversities si è impegnata presso la Conferenza svizzera delle scuole universitarie (CSSU) per la creazione di un centro di competenza nazionale che – nell’interesse di tutto il panorama universitario svizzero – supporti un’applicazione coerente e trasparente degli standard di integrità scientifica e una migliore collaborazione delle scuole universitarie in questo settore. La CSSU attiverà un gruppo di progetto con l’obiettivo di verificare le possibili varianti attuative di un centro di questo tipo.
"I programmi attuali sono stati avviati con successo."
Le scuole universitarie sono sostenute dalla Confederazione mediante sussidi vincolati a progetti che promuovono lo svolgimento autonomo o congiunto di programmi e progetti innovativi di rilevanza nazionale nel campo della politica universitaria. I bandi dei 13 programmi del periodo ERI 2021-2024 sono per la maggior parte conclusi. I progetti sono stati selezionati e i lavori sono iniziati. I programmi attuali si basano sui lavori preliminari di swissuniversities: conformemente al mandato della CSSU, l’attenzione si concentra sui temi della promozione delle nuove leve (tramite i doppi profili di competenze e la promozione della mobilità degli studenti di dottorato nonché l’ulteriore sviluppo del terzo ciclo), la digitalizzazione (nel quadro degli ambiti chiave Open Access, Open Research Data e Digital Skills), le pari opportunità, come pure il consolidamento delle reti e lo sviluppo di carriere nella didattica disciplinare.
"La complessità del compito di elaborare il coordinamento della politica universitaria a livello nazionale 2025-2028 aumenta con l’esclusione della Svizzera da Horizon Europe."
Le scuole universitarie svizzere elaborano a cadenza quadriennale una pianificazione strategica (coordinamento della politica universitaria a livello nazionale) all’attenzione della Conferenza svizzera delle scuole universitarie. Al suo interno stabiliscono gli obiettivi e i provvedimenti congiunti e definiscono i fondi federali necessari a tal fine previsti dalla legge federale sulla promozione e sul coordinamento del settore universitario svizzero. Il Consiglio federale ha deciso di sottoporre il messaggio ERI 2025-2028 a una procedura di consultazione pubblica e, di conseguenza, a maggio 2021 il Consiglio delle scuole universitarie della CSSU ha affidato a swissuniversities il mandato di presentare già a maggio 2022 un coordinamento della politica universitaria a livello nazionale.
Nel complesso occorre ricordare che il mandato delle scuole universitarie svizzere è stato ampliato: gli ambiti chiave precedenti andranno portati avanti con l’integrazione di nuovi incarichi. Nel nuovo periodo ERI il mandato prevede in particolare anche un focus su sostenibilità, digitalizzazione (in particolare su Open Research Data) e pari opportunità. La complessità del compito di elaborare il coordinamento della politica universitaria a livello nazionale 2025-2028 aumenta con l’esclusione della Svizzera da Horizon Europe. I lavori della delegazione per il coordinamento della politica universitaria nel 2021 si sono dunque concentrati sulla preparazione della domanda di swissuniversities. Il coordinamento della politica universitaria a livello nazionale 2025-2028 assume ora una prospettiva trasversale rispetto ai tipi di scuole universitarie, per cui nei capitoli tematici viene posta una grande attenzione sull’equilibrio fra gli stessi e si affrontano opportunamente le relative peculiarità.
"Solidarietà internazionale della comunità accademica."
Gli avvenimenti nell’agosto 2021 in Afghanistan hanno tenuto impegnato anche il panorama universitario svizzero e swissuniversities. Le preoccupazioni per il futuro della comunità accademica in Afghanistan hanno spinto diverse scuole universitarie ad avviare accertamenti per l’accoglienza di ricercatori. A ottobre la rete internazionale «Scholars at Risk» è stata pertanto ospite dell’Assemblea plenaria di swissuniversities per fornire ragguagli sulla situazione e rafforzare la solidarietà internazionale della comunità accademica.
All’interno della rete «Scholars at Risk» svizzera, sostenuta attraverso borse di studio del FNS, si sta ora valutando in che misura i ricercatori afgani potrebbero essere ospitati presso le scuole universitarie svizzere.
L’adesione a «Scholars at Risk» risale al 2017 e rientra nel chiaro posizionamento di swissuniversities a tutela della libertà accademica. Inoltre, swissuniversities partecipa per esempio anche alla rete «UniversitiesForEnlightenment», che si impegna a preservare i valori universitari fondamentali.
"Creazione di piattaforme sostenibili per la collaborazione nel campo della ricerca e della formazione."
Il 30 giugno 2021 si è conclusa con successo la prima fase del programma SUDAC (P-6). Dal 2017, nel quadro dell’agenda 2030 sono stati creati dieci progetti su temi legati alla sostenibilità nel Sud del mondo. Ne è nata una fertile collaborazione, non solo tra scuole universitarie svizzere e partner internazionali, ma anche all’interno del panorama universitario svizzero tra università, scuole universitarie professionali e alte scuole pedagogiche.
Le reti generate in questo modo saranno in primo piano anche nella seconda fase del programma SUDAC, che si concluderà nel 2024. Lo scopo del programma è costituire piattaforme sostenibili per la collaborazione nel campo della ricerca e della formazione in cinque regioni del Sud del mondo. Questi cosiddetti «Clusters of Cooperation» (CLOCs) si trovano nell’Africa occidentale, orientale e settentrionale, così come nel Vicino Oriente, nella regione delle Ande e nell’Asia meridionale.
Sotto il coordinamento di swissuniversities, la prima fase di SUDAC vanta uno sfruttamento estremamente proficuo dei fondi a disposizione e ha pienamente raggiunto i propri obiettivi tanto a livello dei singoli progetti quanto nell’ottica complessiva del programma. In particolare considerando la pandemia e le sue ripercussioni sulla collaborazione internazionale, si tratta di un risultato tutt’altro che scontato, che dimostra la resilienza dei progetti e delle partnership.
"Le microcredenziali sono un tema sempre più centrale."
Il tema delle microcredenziali sta acquisendo sempre più importanza a livello internazionale. Presso swissuniversities è stato condotto in prospettiva un confronto per riuscire a individuare meglio i possibili sviluppi per il settore delle scuole universitarie svizzere. Dal punto di vista teorico, una microcredenziale è una qualifica che attesta capacità o conoscenze acquisite in maniera molto mirata nell’ambito di un breve corso o modulo. Tali qualifiche sono flessibili visto che spesso possono essere acquisite online e combinate liberamente per offrire nuove opzioni di apprendimento a un vasto pubblico. Tutti i Paesi dello spazio europeo stanno affrontando un processo di riflessione su come questo nuovo concetto possa influenzare il proprio contesto nazionale. La Svizzera non fa eccezione sotto questo profilo e nel 2021 swissuniversities ha partecipato attivamente al progetto europeo MICROBOL, il cui obiettivo è verificare l’idoneità degli strumenti del processo di Bologna per l’uso e lo sviluppo delle microcredenziali.
"Con l’aggiornamento dell’nqf.ch-HS, il quadro delle qualifiche per le scuole universitarie svizzere ha ottenuto per la prima volta l’approvazione politica per tutte le scuole universitarie."
Nel 2021 swissuniversities ha aggiornato il Quadro nazionale delle qualifiche per il settore universitario nqf.ch-HS in considerazione delle nuove basi legali, nello specifico la legge federale sulla promozione e sul coordinamento del settore universitario svizzero, l’ordinanza del Consiglio delle scuole universitarie sul coordinamento dell’insegnamento nelle scuole universitarie svizzere, l’ordinanza del Consiglio delle scuole universitarie sull’ammissione alle scuole universitarie professionali e agli istituti universitari professionali nonché l’ordinanza per l’accreditamento.
Per la descrizione dei livelli di bachelor, master e dottorato vengono ancora utilizzati i cosiddetti descrittori di Dublino del Quadro dei titoli accademici dello spazio europeo dell’istruzione superiore (QF-EHEA), sviluppati già nel 2004 da un gruppo di lavoro della Joint Quality Initiative. Nel quadro dell’aggiornamento, il descrittore relativo alla formazione continua nelle scuole universitarie è stato escluso. Dal 2020, il punto di riferimento in questo ambito è dato dai valori di riferimento per la formazione continua nelle scuole universitarie di swissuniversities, approvato come quadro normativo unitario dal Consiglio delle scuole universitarie.
A novembre 2021 il quadro delle qualifiche per le scuole universitarie è stato approvato politicamente per la prima volta per tutte le scuole universitarie dall’organo politico, la Conferenza svizzera delle scuole universitarie.
"Le scuole universitarie adottano svariate misure per rafforzare l’interprofessionalità e la medicina di famiglia."
Nel 2021 swissuniversities ha trasmesso alla Conferenza svizzera delle scuole universitarie il rapporto conclusivo sul programma speciale «Aumentare il numero di diplomati in medicina umana», svoltosi dal 2017 al 2020, al quale hanno partecipato dieci scuole universitarie che offrono una formazione in medicina umana. Il suo obiettivo era aumentare in modo duraturo il numero dei diplomati in medicina umana entro il 2025, portandoli ad almeno 1300 l’anno. Nel quadro dei sussidi vincolati a progetti, per il periodo 2017-2020 la Confederazione ha accordato 100 milioni di franchi come finanziamento iniziale. Per rispondere all’incerta situazione dell’assistenza sanitaria, un posto in primo piano spetta a progetti che forniscano un contributo al rafforzamento della collaborazione interprofessionale e della medicina di famiglia.
Il programma speciale è stato uno dei progetti più ambiziosi e complessi elaborati e coordinati da swissuniversities negli ultimi anni nel settore delle scuole universitarie. L’aumento dei posti di studio rappresenta un importante contributo delle scuole universitarie alla sicurezza dell’assistenza sanitaria in Svizzera.
Dal rapporto conclusivo di swissuniversities sul programma speciale si evince che l’obiettivo di 1300 diplomati sarà prevedibilmente raggiunto a partire dal 2025. Il documento evidenzia inoltre che le scuole universitarie hanno adottato misure idonee per consolidare la collaborazione interprofessionale e la medicina di famiglia.
"Promuovere la comunicazione e la trasparenza sul tema degli esperimenti sugli animali."
In Svizzera gli esperimenti sugli animali sono regolarmente al centro di accese discussioni. Il 13 febbraio 2022 l’elettorato svizzero si è espresso contro l’iniziativa popolare che mirava a introdurre un divieto degli esperimenti sugli animali e sugli esseri umani. Oltre ad aver esposto un parere nel quale metteva in guardia dall’accettazione di questa iniziativa, che de facto avrebbe significato un divieto di praticare la medicina e la ricerca, swissuniversities con il supporto della propria rete Swiss Animal Facilities Network (SAFN) ha elaborato diversi factsheet su temi importanti collegati agli esperimenti sugli animali.
Dal 2020 swissuniversities mette inoltre a disposizione sul proprio sito informazioni relative alle singole scuole universitarie, e in particolare la statistica sulla sperimentazione animale pubblicata annualmente dall’Ufficio federale della sicurezza alimentare e di veterinaria (USAV) nonché le misure stabilite per il lockdown parziale del 2020 per la lotta contro la pandemia da COVID-19. Tutte queste pubblicazioni servono a promuovere una comunicazione aperta e trasparente da parte della comunità scientifica. Questo è anche lo scopo dell’iniziativa a favore di uno Swiss Transparency Agreement on Animal Research (STAAR), il cui sarà lanciato il 2 giugno 2022 sotto la guida di swissuniversities, che in questo modo intende sostenere le scuole universitarie nell’affrontare le sfide a livello etico e scientifico poste dagli esperimenti sugli animali.
"La diversità è un fattore determinante per rafforzare l’eccellenza."
Nell’anno oggetto del rapporto, swissuniversities si è occupata del rafforzamento delle pari opportunità e della diversità nei suoi diversi organi, così come attraverso uno scambio con le istituzioni partner a livello nazionale e internazionale. In particolare, è stata affrontata la domanda su come si possa migliorare ulteriormente la promozione delle nuove leve, nella convinzione che la diversità rappresenti al tempo stesso un fattore determinante per rafforzare l’eccellenza delle istituzioni.
Assieme all’Ufficio federale di statistica, swissuniversities ha continuato a sviluppare il Gender Monitoring per la registrazione delle nuove assunzioni di professoresse e professori presso le scuole universitarie. Il programma «Pari opportunità e sviluppo delle scuole universitarie 2017-2020» ha gettato ulteriori basi. I piani di azione propri delle scuole universitarie hanno per esempio consentito di radicare ulteriormente le pari opportunità presso le istituzioni e sono stati inoltre proficuamente conclusi undici progetti di collaborazione a elevata visibilità. Il programma ha offerto infine una cornice per lanciare un sondaggio sul tema della carriera duale presso le scuole universitarie.
Nel 2021 sono partiti il programma successivo per il periodo 2021-2024 e una prima serie di progetti, che oltre alle pari opportunità tra uomini e donne affrontano anche altre dimensioni della disuguaglianza, tra cui per esempio la disabilità o la provenienza (sociale). Una seconda serie di progetti sarà avviata nel 2022.
"Rafforzamento della didattica disciplinare attraverso la collaborazione trasversale ai diversi tipi di scuola universitaria e i programmi nazionali."
A dicembre 2021 il Comitato direttivo di swissuniversities ha approvato la strategia nazionale svizzera per la didattica disciplinare 2021-2028, elaborata con la partecipazione dei delegati per la didattica disciplinare e delle tre camere di swissuniversities e tenendo conto delle raccomandazioni di una commissione di esperte ed esperti.
Attraverso la strategia nazionale per la didattica disciplinare, swissuniversities definisce un’idea condivisa da tutte le scuole universitarie rispetto alle linee guida per la futura collaborazione trasversale ai tipi di scuola universitaria che mirano al rafforzamento della didattica disciplinare nel panorama universitario svizzero. Attraverso i quattro obiettivi, i cinque campi di azione e i relativi quattordici punti focali, la strategia descrive gli sviluppi necessari a tale scopo. La strategia è accompagnata da un piano di azione contenente le possibili misure per il raggiungimento degli obiettivi strategici.
Alla fine del 2021 è stato inoltre possibile concludere con successo il programma P-9 2017-2020/1 «Sviluppo delle competenze scientifiche nelle didattiche disciplinari» (prorogato di un anno), che aveva dato il via allo sviluppo della strategia nazionale per la didattica disciplinare. Il programma ha consentito lo svolgimento di fondamentali attività di sviluppo nel campo dell’offerta didattica, della promozione delle nuove leve e della creazione di reti.
Nell’anno oggetto del rapporto è stato avviato il successivo programma P-9 2021-2024 nel campo della didattica disciplinare, dedicato al consolidamento delle reti e allo sviluppo delle carriere, che prevede in primo luogo un rafforzamento delle strutture create nel periodo 2017-2020/21 e persegue inoltre l’obiettivo di migliorare le opportunità di carriera delle nuove leve scientifiche nel campo delle didattiche disciplinari.
"Lo sviluppo sostenibile è un tema essenziale per le scuole universitarie svizzere."
Lo sviluppo sostenibile è un tema essenziale per le scuole universitarie svizzere, che lo affrontano mediante numerosi progetti e provvedimenti nel campo della ricerca, dell’insegnamento e dell’attività, nonché dal 2020 anche tramite la rete «Sustainability at swissuniversities». Nel 2021 quest’ultima ha avviato il proprio lavoro elaborando tra le altre cose un parere sulla «Strategia per uno sviluppo sostenibile 2030» per swissuniversities. In occasione dell’incontro di questa rete nel 2021 sono state illustrate le diverse prospettive e tendenze che collegano le scuole universitarie e la sostenibilità, identificando inoltre possibili ambiti di intervento per la rete.
Per unificare la posizione di swissuniversities in merito al tema della sostenibilità e affrontare quest’ultimo in maniera trasversale e coordinata, il Comitato direttivo di swissuniversities ha assegnato alla delegazione per il coordinamento della politica universitaria l’incarico di elaborare una circostanziata presa di posizione sull’argomento, che dovrà essere completata nel 2022 e riportare le prospettive relative ad ambiente, economia e giustizia sociale.
(in CHF)
Attivi | 2021 |
2020 |
Attivo circolante | 0 |
0 |
Liquidità | 7’909’313 |
6’624’329 |
Crediti per forniture e prestazioni | 1’824’586 |
786’265 |
Ratei e risconti attivi | 707’196 |
987’878 |
Totale attivo circolante | 10’441’095 |
8’398’472 |
Attivo fisso | 0 |
0 |
Immobilizzazioni finanziarie | 40’040 |
40’040 |
Impianti mobiliari | 132’555 |
110’293 |
Totale attivo fisso | 172’595 |
150’333 |
Totale attivi | 10’613’690 |
8’548’805 |
Passivi | 2021 |
2020 |
Capitale di terzi a breve termine | 0 |
0 |
Debiti per forniture e prestazioni | 304’157 |
493’018 |
Debiti onerosi a breve termine | 2’892’822 |
1’065’935 |
Altri debiti a breve termin | 158’610 |
124’120 |
Ratei e risconti passivi | 881’871 |
1’522’990 |
Accantonamenti a breve termine | 114’000 |
0 |
Totale capitale di terzi a breve termine | 4’351’459 |
3’206’062 |
Capitale di terzi a lungo termine | 0 |
0 |
Altri debiti a lungo termine | 3’325’160 |
2’802’346 |
Accantonamenti a lungo termine | 1’275’191 |
1’558’337 |
Totale capitale di terzi a lungo termine | 4’600’350 |
4’360’683 |
Totale capitale di terzi | 8’951’809 |
7’566’745 |
Capitale proprio | 0 |
0 |
Riserve | 1’454’487 |
1’494’487 |
Riporto perdite (riporto utili) | -472’428 |
-957’475 |
Utile annuo (perdita annua) | 679’822 |
445’047 |
Totale capitale proprio | 1’661’881 |
982’059 |
Totale passivi | 10’613’690 |
8’548’805 |
(in CHF)
Conto economico | 2021 |
2020 |
Quote membri | 2’918’613 |
2’964’112 |
Contributi dei membri per progetti | 221’380 |
230’746 |
Contributi Confederazione secondo LPSU | 1’454’152 |
1’491’635 |
Rimborso contributi Confederazione secondo LPSU | -148’705 |
-24’059 |
Contributi Confederazione mandati | 640’550 |
716’500 |
Rimborso contributi Confederazione mandati | -155’876 |
-193’602 |
Contributi vincolati a progetti della Confederazione | 2’537’225 |
1’686’983 |
Rimborso contributi vincolati a progetti della Confederazione | -391’231 |
0 |
Contributi Cantoni secondo LPSU | 1’454’152 |
1’491’635 |
Rimborso contributi Cantoni secondo LPSU | -148’705 |
-24’059 |
Contributi progetti Cantoni secondo LPSU | 0 |
0 |
Contributi Cantoni mandati/decisioni | 919’603 |
811’342 |
Finanziamento di progetto Commissione europea | 2’757 |
2’275 |
Diritti EMS | 855’259 |
833’668 |
Diritti EMS anni precedenti | 0 |
2’525 |
Contributi delle scuole universitarie | 276’577 |
356’356 |
Contributi di terzi | 11’699 |
10’792 |
Ricavi da accantonamenti e riserve | 0 |
0 |
Riduzione sul reddito IVA | -220’748 |
-264’239 |
Ricavi dell’esercizio | 10’226’705 |
10’092’610 |
Conteggi fondi fiduciari progetti e programmi | 51’140 |
228’279 |
Stipendi | -5’315’508 |
-5’092’347 |
Onorari esperti | -379’967 |
-268’607 |
Costi delle assicurazioni sociali | -1’156’895 |
-1’110’213 |
Altri costi per il personale | -105’411 |
-179’237 |
Prestazioni di lavoro di terzi | 0 |
-48’924 |
Costi per il personale | -6’957’782 |
-6’699’328 |
Costi per l’uso di locali | -992’046 |
-900’952 |
Manutenzione, riparazioni, costi leasing | -17’157 |
-12’643 |
Servizi di terzi | -1’039’565 |
-1’588’569 |
Assicurazioni cose, contributi | -9’145 |
-8’524 |
Costi energetici e di smaltimento | -12’938 |
-12’534 |
Costi amministrativi | -250’093 |
-273’802 |
Biblioteca | -5’255 |
-8’507 |
Costi per l’informatica | -154’514 |
-248’699 |
Costi pubblicitari | -315’167 |
-219’452 |
Altri costi di esercizio | -277’159 |
-402’254 |
Spese finanziarie | -87’936 |
-44’002 |
Ricavi finanziari | 5 |
2 |
Ammortamenti macchine e apparecchiature | -30’540 |
-32’812 |
Ammortamenti mobili e attrezzature per ufficio | -13’254 |
-8’939 |
Costi di esercizio diversi | -3’204’766 |
-3’761’686 |
Utile aperiodico | 566’865 |
602’404 |
Spese aperiodiche | -2’691 |
-17’592 |
Altri utili non operativi | 352 |
360 |
Risultato straordinario/costi straordinari | 564’525 |
585’172 |
Utile/perdita d’esercizio | 679’822 |
445’047 |
Rettore Université de Genève, UNIGE Presidente di swissuniversities
Rettrice Université de Fribourg, Unifr Vicepresidentessa ex officio
Rettrice Haute École Spécialisée de Suisse occidentale, HES-SO Vicepresidentessa ex officio
Rettore Pädagogische Hochschule Zürich, PH Zürich Vicepresidente ex officio
Rettore Fachhochschule Graubünden, FHGR
Presidenti Eidgenössische Technische Hochschule Zürich, ETH
Rettore Haute École pédagogique des cantons de Berne, du Jura et de Neuchâtel, HEP-BEJUNE
Segretaria generale swissuniversities con voto consultivo
Rettore Berner Fachhochschule, BFH
Presidente École polytechnique fédérale de Lausanne, EPFL
Presidente della Direzione Fachhochschule Nordwestschweiz, FHNW
Rettore dell'OST Fachhochschule Ostschweiz, FHO / OST – Ostschweizer Fachhochschule
Membro del Consiglio di direzione Haute École pédagogique Fribourg, HEP | PH FR; fino al 31 gennaio 2021 Dott. Lukas Lehmann
Co-Direttore ad interim Haute École pédagogique du Valais, HEP-VS / PH-VS
Rettore Haute École pédagogique Vaud, HEP Vaud
Rettrice Interkantonale Hochschule für Heilpädagogik, HfH
Rettore Hochschule Luzern, HSLU
Rettore Kalaidos Fachhochschule Schweiz, Kalaidos
Rettore Pädagogische Hochschule Bern, PHBern
Rettore Alta scuola pedagogica dei Grigioni, PHGR
Rettrice Pädagogische Hochschule Luzern, PH Luzern
Rettrice Pädagogische Hochschule Schaffhausen, PHSH; fino al 31 luglio 2021 Thomas Meinen
Rettore Pädagogische Hochschule Schwyz, PHSZ
Rettore Pädagogische Hochschule St. Gallen, PHSG
Rettore ad interim Pädagogische Hochschule Thurgau, PHTG; fino al 30 novembre 2021 Prof.ssa Dott.ssa Priska Sieber
Rettrice Pädagogische Hochschule Zug, PH Zug
Direttore Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana, SUPSI
Rettrice Universität Basel
Rettore Universität Bern, UniBE
Rettore Université de Lausanne, UNIL; fino al 31 luglio 2021 Prof.ssa Dott.ssa Nouria Hernandez
Rettore Universität Luzern, Unilu
Rettore Université de Neuchâtel, UniNE
Rettore Universität St. Gallen, HSG
Rettore Università della Svizzera italiana, USI
Rettore Universität Zürich, UZH
Rettore Zürcher Hochschule der Künste, ZHdK Zürcher Fachhochschule, ZFH
Rettore Zürcher Hochschule für Angewandte Wissenschaften, ZHAW
Direttrice Pädagogische Hochschule FHNW (*partecipa all’assemblea plenaria in veste di ospite)
Direttore Dipartimento formazione e apprendimento della SUPSI, SUPSI-DFA (*partecipa all’assemblea plenaria in veste di ospite)
Dott.ssa Martina Weiss
Segretaria generale
martina.weiss@swissuniversities.ch
+41 31 335 07 68
Dott.ssa Sabine Felder
Supplenza segretaria generale/ Responsabile del settore Insegnamento e infrastruttura
sabine.felder@swissuniversities.ch
+41 31 335 07 39
Etienne Dayer
Responsabile della Camera delle scuole universitarie professionali
etienne.dayer@swissuniversities.ch
+41 31 335 07 31
Dott. François Grandjean
Responsabile della Camera delle scuole universitarie
françois.grandjean@swissuniversities.ch
+41 31 335 07 69
Dott.ssa Andrea Hungerbühler
Responsabile della Camera delle alte scuole pedagogiche
andrea.hungerbuehler@swissuniversities.ch
+41 31 335 07 59
Noëmi Eglin-Chappuis
Co-responsabile del settore Ricerca e sviluppo
noemi.eglin@swissuniversities.ch
+41 31 335 07 37
Dott.ssa Stefanie Wyssenbach
Co-responsabile del settore Ricerca e sviluppo
stefanie.wyssenbach@swissuniversities.ch
+41 31 335 07 82
Rahel Imobersteg
Responsabile del settore Politica universitaria
rahel.imobersteg@swissuniversities.ch
+41 31 335 07 72
Dott. Dimitri Sudan
Responsabile del settore relazioni internazionali
dimitri.sudan@swissuniversities.ch
+41 31 335 07 56
Livia Blarasin
Responsabile Finanza
livia.blarasin@swissuniversities.ch
+41 31 335 07 47
Barbara Jgushia
Responsabile Human Resources
barbara.jgushia@swissuniversities.ch
+41 31 335 07 49
Dietrich Lindemann
Responsabile informatica
dietrich.lindemann@swissuniversities.ch
+41 31 335 07 51
Josefa Haas
Responsabile comunicazione
josefa.haas@swissuniversities.ch
+41 31 335 07 34