Le scuole universitarie in Svizzera e in tutto il mondo si impegnano sempre più nella collaborazione internazionale. Ciò dà loro la possibilità unica di ampliare il proprio raggio di azione, di affrontare i problemi impellenti a livello globale e di offrire a studenti e studentesse nonché a collaboratori e collaboratrici la possibilità di recarsi all’estero. Tutto questo richiede tuttavia anche una forte consapevolezza e un profondo senso di responsabilità da parte di tutte le parti coinvolte. Esse condividono la necessità e la responsabilità di valutare ciascuna collaborazione potenziale tenendo conto di valori, quali libertà accademica, autonomia istituzionale, aspetti etici e legali nonché utilità e vantaggi del trasferimento di conoscenze. Tali quesiti riguardano in particolar modo Paesi quali Cina, Russia, Iran, Turchia o Ungheria.
La libertà accademica è il fondamento della ricerca e dell’insegnamento. Essa comprende «il diritto di definire liberamente i quesiti di ricerca, scegliere e sviluppare teorie, raccogliere materiale empirico e applicare metodi di ricerca accademici consolidati, mettere in discussione le conoscenze già accettate in campo scientifico e proporre nuove idee. Comprende altresì il diritto di condividere apertamente, diffondere e pubblicare i risultati delle ricerche, anche attraverso la formazione e l’insegnamento. I ricercatori e le ricercatrici sono liberi di esprimere la propria opinione senza essere penalizzati dal sistema nel quale lavorano, né censurati o discriminati dallo Stato o dalle istituzioni.» (Dichiarazione di Bonn sulla libertà della ricerca scientifica, adottata alla Conferenza ministeriale sullo Spazio europeo della ricerca il 20 ottobre 2020 a Bonn).
Seppure questi valori accademici possano essere considerati dei valori universali, non vengono vissuti ovunque come tali. L’idea dietro tali valori viene messa sempre più in discussione o interpretata in modo differente nelle varie regioni. La questione andrebbe discussa con i partner. Il 18 maggio 2022 swissuniversities ha pubblicato una guida in merito. Per una collaborazione internazionale responsabile: una guida per le scuole universitarie svizzere.
Lo scopo di questa guida è aiutare le scuole universitarie svizzere, i loro organi decisionali e le comunità accademiche – docenti, ricercatori e ricercatrici, studenti e studentesse nonché il personale tecnico e amministrativo – nelle seguenti attività:
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valutare i vantaggi, le sfide e i rischi legati alla collaborazione internazionale;
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sfruttare le risorse esistenti e apprendere dalle prassi di successo;
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promuovere una maggiore coerenza tra le scuole universitarie in Svizzera.
Questo documento è da intendersi come base per riflessioni e discussioni. Infatti propone dimensioni e quesiti da tenere in considerazione nella pianificazione, preparazione, attuazione, valutazione o nel consolidamento di attività di cooperazione con partner accademici o privati in un contesto internazionale. swissuniversities è anche membro di varie organizzazioni internazionali, tra cui Magna Charta e Scholars at risk.
Le conseguenze della guerra offensiva russa in Ucraina, avviata il 24 febbraio 2022, hanno posto anche il panorama universitario svizzero di fronte a grandi sfide. Oltre 75'000 rifugiati sono stati registrati finora in Svizzera, tra cui molte persone con background accademico e bambini. Attualmente l’esito e la durata del conflitto sono difficilmente prevedibili.
Le scuole universitarie svizzere si stanno adoperando con il massimo impegno, sia in termini di personale che a livello economico, per poter offrire strutture di sostegno alla popolazione ucraina in fuga. Finora presso le scuole universitarie svizzere si sono annunciati oltre 900 studentesse e studenti ucraini nonché oltre 150 ricercatrici e ricercatori ucraini.
swissuniversities nel 2022 ha fornito il proprio sostegno in svariati modi alle scuole universitarie per aiutarle ad affrontare questa ardua sfida:
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È stato creato un sito per la raccolta di informazioni utili per le persone rifugiate, gli studenti, i ricercatori e le istituzioni.
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Sono stati condotti due sondaggi sulle sfide e sulle esigenze delle scuole universitarie in vista dell’accoglienza di studenti e studentesse nonché di ricercatori e ricercatrici ucraini.
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Sono state create e coordinate diverse piattaforme per lo scambio tra le scuole universitarie.
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È stato intensificato il dialogo istituzionale con i nostri partner nazionali, in particolare con la Segreteria di Stato della migrazione, il Fondo nazionale svizzero e la Segreteria di Stato per la formazione, la ricerca e l'innovazione.
Nel medio e lungo periodo alcune domande restano tuttavia aperte: il finanziamento delle molteplici strutture di sostegno a favore degli studenti e delle studentesse dell’Ucraina nella maggior parte dei casi non è ancora garantito a lungo termine e viene attualmente sostenuto con i mezzi regolari delle scuole universitarie. È pertanto prevedibile che l’accesso alle scuole universitarie da parte delle persone rifugiate resterà un tema di attualità anche nei prossimi anni.