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Nel 2020 la pandemia da coronavirus ha contribuito a far sì che l’attenzione dell’opinione pubblica si concentrasse sulla scienza come mai era accaduto prima. Occorreva trovare una risposta alle domande più disparate. Qual è l’attuale stato delle conoscenze relativamente al nuovo coronavirus? In che modo si può lottare contro la pandemia? Quali sono le misure adeguate nel quadro di tale lotta? E su quali basi poggiano? Quando saranno disponibili dei vaccini? Quali saranno le conseguenze sociali ed economiche della pandemia? Per gli scienziati delle scuole universitarie svizzere la pandemia stessa rappresenta una sorta di test poiché rivela in che misura la scienza può contribuire a trovare soluzioni in periodi di crisi e, nel caso concreto, a limitare i danni provocati dal virus. I ricercatori di tutte le discipline hanno dimostrato un notevole impegno offrendosi rapidamente, non appena la situazione lo ha richiesto, di fornire consulenze alle autorità per la gestione dell’emergenza. swissuniversities ringrazia a tale proposito in particolare i professionisti che partecipano a titolo volontario alla task force scientifica per il COVID-19.
Le scuole universitarie hanno tuttavia anche un obbligo didattico nei confronti dei loro studenti e fanno tutto il possibile affinché questi ultimi risentano il meno possibile delle conseguenze della crisi. Gli studenti devono poter completare il proprio corso di studi in tempi adeguati, deve continuare a essere garantita l’elevata qualità della formazione e il valore dei diplomi conferiti deve corrispondere a quello degli anni precedenti. Le scuole universitarie sono consapevoli che ciò richiede sforzi supplementari da parte di tutti e che, al contempo, è indispensabile percorrere nuove strade. Tanto gli studenti quanto il corpo insegnante si sono adattati rapidamente alle condizioni quadro in continua evoluzione, fornendo in questo modo un contributo sostanziale affinché l’attività didattica presso le scuole universitarie potesse continuare. Tuttavia, l’esperienza ha anche evidenziato come l’insegnamento a distanza presenti dei limiti: il confronto personale rimane un elemento fondamentale dell’esperienza di studio. La didattica presso le scuole universitarie si basa sostanzialmente sul modello della lezione in presenza. E sarà così anche in futuro.
Nonostante il coronavirus fosse onnipresente, era comunque necessario non perdere d’occhio gli sviluppi in corso in merito al futuro delle scuole universitarie. Con l’approvazione del messaggio sulla promozione dell’educazione, della ricerca e dell’innovazione (messaggio ERI) a dicembre 2020, l’Assemblea federale ha consolidato il proprio impegno a favore di una piazza formativa svizzera forte. Uno dei requisiti di base per preservare l’elevato valore di ricerca e insegnamento è lo sviluppo di una rete di contatti a livello internazionale. Anche sotto questo profilo, la politica federale ha gettato le basi per consentire una futura partecipazione della Svizzera ai programmi dell’Unione europea. Respingendo la cosiddetta «Iniziativa per la limitazione», il popolo svizzero ha evitato che il nostro Paese si isolasse al centro dell’Europa, riconoscendo in questo modo – tra le altre cose – l’importanza della collaborazione transfrontaliera. Inoltre, swissuniversities ha adottato misure integrative nell’ambito dell’Open Science, stringendo accordi Open Access con le principali case editrici ed elaborando una strategia di Open Research Data.
Quando nel febbraio 2020 ho preso il posto del mio predecessore Michael O. Hengartner come presidente di swissuniversities, stavano cominciando a delinearsi i primi segni della crisi legata al coronavirus. Tuttavia, all’epoca non avevamo ancora idea di come questa pandemia si sarebbe sviluppata e di quanto avrebbe pregiudicato tutte le nostre condizioni di vita.
Nel contesto della crisi, swissuniversities ha tuttavia avuto modo di evolversi nel suo ruolo di organizzazione mantello. Le rettrici e i rettori delle scuole universitarie svizzere hanno ulteriormente intensificato il dialogo fra di loro, individuando punti in comune e divergenze nonché formulando obiettivi condivisi. Per la comunità delle scuole universitarie il 2020 è stato un anno ricco di esperienze intense e molto istruttive, sulla base delle quali saremo in grado di superare anche le sfide future.
Prof. Dott. Yves Flückiger
Il presidente di swissuniversities
Le considerazioni valide per tutto il mondo tanto sul piano globale quanto a livello locale sono applicabili anche a swissuniversities e al suo Segretariato generale. La pandemia da coronavirus è stato il tema che ha caratterizzato l’anno scorso con ripercussioni su tutto il lavoro. A gennaio 2020 veniva considerata ancora una patologia polmonare localizzata in Asia, a febbraio abbiamo cominciato a mettere ulteriormente in sicurezza le funzioni essenziali attraverso regole di rappresentanza, mentre a marzo, nel giro di pochi giorni, abbiamo convertito l’intera attività in telelavoro. Se ciò è stato possibile senza grandi problemi, dobbiamo ringraziare da un lato i nostri due specialisti informatici e dall’altro l’approccio costruttivo e l’impegno congiunto di tutto il personale.
Di conseguenza ci siamo organizzati per il telelavoro e ci siamo abituati a tenere riunioni virtuali e videoconferenze. La flessibilità dimostrata dai collaboratori delle scuole universitarie, così come da tutte le nostre organizzazioni partner ERI, è stata impressionante. Le distanze si sono ulteriormente ridotte, gli incontri virtuali si sono potuti organizzare in tempi molto brevi e per le nuove sfide si sono cercate insieme delle soluzioni.
Lo spazio virtuale non è ovviamente in grado di sostituire appieno ogni cosa: gli incontri casuali alla macchinetta del caffè, le piccole conversazioni al margine di una riunione, i pranzi anche assieme ai membri di altri team. Noi del Segretariato generale ci siamo confrontati con tali questioni in diverse maniere, continuando a sviluppare anche in questo periodo la nostra cultura della collaborazione e il nostro spirito di squadra.
Naturalmente, in questi mesi la politica universitaria non si è fermata. Il presente rapporto annuale fornisce una panoramica sui temi di cui ci siamo occupati lo scorso anno.
Siamo lieti di accogliere un nuovo membro di swissuniversities: alla fine del 2020, la ZHAW è stata riconosciuta come scuola universitaria professionale dal Consiglio svizzero di accreditamento. Dall’inizio del 2021 la ZHAW sarà pertanto un membro di swissuniversities con diritto di voto. Siamo molto lieti della collaborazione che ci attende.
A maggior ragione, al termine di questo anno fuori dal comune teniamo particolarmente a ringraziare i nostri colleghi delle scuole universitarie, della Confederazione e dei Cantoni per la proficua e costruttiva collaborazione.
Dott.ssa Martina Weiss
Segretaria generale di swissuniversities
Le scuole universitarie svizzere, frequentate ogni giorno da diverse migliaia di persone, sono state colpite in maniera particolarmente dura dalla crisi legata al coronavirus. Le loro reazioni a questa situazione straordinaria sono dipese da un lato dalle varie disposizioni cantonali, ma dall’altro anche dalle loro dimensioni e dal loro livello di centralizzazione, così come dalle possibilità già presenti presso le strutture.
L'insegnamento online sostituisce il tempo faccia a faccia
In primavera, nel quadro dell’insegnamento sempre più attività sono state progressivamente convertite in alternative online. Tale passaggio ha richiesto da qualche giorno ad alcune settimane e si è svolto in stretta collaborazione con i team responsabili per la didattica. Per il semestre autunnale le scuole universitarie hanno inizialmente optato per una combinazione di lezioni online e in presenza. Per quanto riguarda gli incontri in presenza, sono state adottate misure volte a garantire il rigoroso rispetto delle regole di igiene. In particolare, nei campus era in vigore l’obbligo di indossare la mascherina, per le aule era prevista una limitazione dei posti ed era stato introdotto un principio di rotazione. Tuttavia, a causa dell’evoluzione sfavorevole della situazione sanitaria durante lo scorso autunno le scuole universitarie sono state comunque obbligate a passare quasi completamente all’attività didattica virtuale.
Per quanto riguarda gli esami della sessione estiva 2020, le scuole universitarie hanno scelto diversi modelli: determinati esami hanno potuto svolgersi online nelle date originariamente previste, mentre altri si sono dovuti tenere posticipatamente in loco durante l’estate. Le modalità di esame sono state modificate e nella maggior parte delle scuole universitarie gli esami non superati non sono stati conteggiati come tentativo fallito.
A causa delle limitazioni di accesso agli edifici, durante la primavera la ricerca ha subito un rallentamento. Tuttavia, visto che diverse attività potevano essere svolte anche al di fuori del laboratorio, questo settore non si è mai fermato del tutto. A partire dall’estate la situazione è poi progressivamente tornata alla normalità. Nel corso del 2020 le scuole universitarie hanno rivisto la propria pianificazione e hanno partecipato in misura notevole a iniziative di ricerca legate al nuovo coronavirus. In questo ambito vale la pena citare in particolare l’app SwissCovid (sviluppata da un consorzio di ricercatori sotto la guida del Politecnico federale di Losanna e del Politecnico federale di Zurigo), così come i contributi forniti dai ricercatori delle scuole universitarie nell’ambito della task force COVID-19. Anche le scuole universitarie professionali hanno fatto la propria parte con attività di ricerca applicata finalizzate allo sviluppo di test e mascherine affidabili, mentre le alte scuole pedagogiche hanno supportato le scuole pubbliche tanto con le loro conoscenze specialistiche quanto attraverso l’impiego sul posto dei propri studenti.
swissuniversities coordina sette programmi che mirano alla promozione di progetti strategicamente importanti all’interno delle scuole universitarie; tra questi rientrano programmi di dottorato, così come iniziative riguardanti i settori Open Science, pari opportunità, consolidamento delle competenze digitali e didattica disciplinare, ma anche il doppio profilo di competenze. Tali programmi beneficiano di contributi finanziari da parte della Confederazione e dei Cantoni nel quadro dei sussidi vincolati a progetti.
swissuniversities contribuisce a instaurare adeguate relazioni tra le scuole universitarie e i responsabili politici. Attraverso i propri rapporti annuali sui progressi dell’attività svolta presso le scuole universitarie all’attenzione della Segreteria di Stato per la formazione, la ricerca e l’innovazione, swissuniversities si assicura che le scuole universitarie impieghino in maniera mirata ed efficace i fondi concessi loro.
I progetti promossi nel periodo ERI 2017-2020 avrebbero in realtà dovuto concludersi il 31 dicembre 2020. A causa dei ritardi provocati dalla pandemia da coronavirus, in data 26 novembre il Consiglio delle scuole universitarie svizzere della CSSU ha tuttavia accolto la richiesta di una proroga al 31 dicembre 2021 avanzata da swissuniversities. Ciò significa che nell’ambito di determinati programmi le scuole universitarie possono ora disporre di più tempo per concludere i loro progetti con i fondi originariamente concessi.
A dicembre 2020 il Consiglio delle scuole universitarie svizzere ha inoltre deciso di prorogare il proprio sostegno ai sette programmi coordinati da swissuniversities, accordando a tale scopo sussidi vincolati a progetti per un totale di CHF 106 320 000. Tale promozione si estenderà lungo l’intero periodo ERI 2021-2024. Già nel 2020, prima di questa decisione, swissuniversities aveva preparato e organizzato bandi di progetto al fine di selezionare le iniziative incentivate nel quadro dei singoli programmi.
La promozione delle nuove leve scientifiche è uno dei compiti chiave delle scuole universitarie svizzere. swissuniversities ha portato avanti il confronto sulle strutture del personale e sulla promozione delle nuove leve, così come sulle condizioni quadro ottimali per i giovani talenti. Essa sostiene inoltre le scuole universitarie nella promozione delle nuove leve mediante progetti e servizi specifici nonché attraverso programmi finanziati tramite sussidi federali vincolati a progetti.
Pari opportunità e diversità
Le considerazioni in merito alle pari opportunità e alla diversità confluiscono nell’incentivazione dei giovani talenti tramite un approccio trasversale. I bandi pubblicati nel 2020 in relazione ai sussidi vincolati a progetti per il periodo 2021-2024 citavano pertanto espressamente le pari opportunità e la considerazione della diversità come una risorsa al fine di consentire lo sfruttamento e il perfezionamento dei potenziali presenti attraverso la diversificazione e la flessibilizzazione di iter formativi, percorsi di apprendimento e modelli di carriera.
In quanto strumento per il perfezionamento accademico, il terzo ciclo è un elemento centrale della promozione delle nuove leve per tutti e tre i tipi di scuole universitarie. Nell’anno in esame, un gruppo di lavoro ha elaborato un documento di posizione sulla base dei lavori delle tre Camere, che descrive i principi comuni del terzo ciclo e sarà pubblicato (disponibili in francese e in tedesco) nel primo semestre 2021. Da un lato il gruppo di lavoro si è basato sulle raccomandazioni della Camera delle scuole universitarie in merito alla formazione dottorale (disponibili in francese e in tedesco), le quali garantiscono che i dottorati conferiti in Svizzera soddisfino i massimi requisiti e siano adeguatamente riconosciuti nel contesto internazionale.
Dall’altro, ha preso come riferimento i lavori di base della Camera delle scuole universitarie professionali e della Camera delle alte scuole pedagogiche, nonché i dati e gli indicatori relativi ai dottorandi nelle suddette scuole, così come le esperienze con i programmi dottorali cooperativi. Su questa base il gruppo di lavoro ha illustrato come si possono organizzare proficue collaborazioni tra scuole universitarie, scuole universitarie professionali svizzere e alte scuole pedagogiche.
"Descrizione del futuro panorama universitario e sviluppo dei profili dei tipi di scuole universitarie."
Il 4 marzo 2019 swissuniversities ha ricevuto dalla Conferenza svizzera delle scuole universitarie (CSSU) il mandato supplementare di approfondire ulteriormente – tra gli altri aspetti – gli ambiti chiave «Affinamento dei profili» e «Proposte di correzione dei portfolio e suddivisione dei compiti», «di modo che nel corso del periodo ERI 2021-2024 il Consiglio delle scuole universitarie possa condurre ulteriori discussioni su misure concrete».
swissuniversities ha già ampiamente affrontato il tema nella propria pianificazione strategica per il periodo 2021-2024 e redatto un documento di integrazione e prosecuzione di questi principi. Così facendo, swissuniversities persegue l’obiettivo sovraordinato di consolidare il sistema complessivo delle scuole universitarie svizzere. Quest’ultimo è ben più che la semplice somma delle proprie parti. Per questo motivo vengono considerate tanto le specificità dei diversi tipi di scuole universitarie quanto le collaborazioni già in essere e l’autonomia dei singoli istituti. Profili e portfolio vanno sviluppati in quest’ottica.
"Deve essere garantita l’idoneità generale agli studi universitari. swissuniversities partecipa allo sviluppo della maturità liceale.
I licei svizzeri devono prendere come riferimento i requisiti attuali e futuri. A settembre 2018, CDPE e Confederazione (DEFR), hanno dato vita a un gruppo di coordinamento con l’obiettivo di chiarire la necessità di un aggiornamento delle basi legali del settore ginnasiale. swissuniversities è stata coinvolta in questi lavori fin dall’inizio, mentre alla seconda fase del progetto hanno partecipato anche un rappresentante delle scuole universitarie e un rappresentante delle alte scuole pedagogiche. Le scuole universitarie continuano a considerare gli obiettivi formativi di base della maturità liceale, l’idoneità agli studi universitari e la maturità sociale come dei criteri validi e fondamentali. Per le scuole universitarie è importante che venga fatto di tutto per garantire l’elevata qualità della maturità liceale svizzera, così come per mantenere l’ampio spettro delle materie.
"Il documento sui valori di riferimento per la formazione continua universitaria di swissuniversities è stato completato e approvato a livello politico."
Ai sensi dell’articolo 12 della LPSU, il Consiglio delle scuole universitarie della Conferenza svizzera delle scuole universitarie può emanare disposizioni sotto forma di prescrizioni quadro unitarie per la formazione continua. swissuniversities ha sottoposto alla CSSU una prima proposta in merito nel 2017. Dopo il trattamento da parte della CSSU è stato necessario verificare alcuni principi contenuti nel documento. I valori di riferimento per la formazione continua universitaria («Eckwerte Hochschulweiterbildung», testo disponibile solo in tedesco) successivamente rielaborati da swissuniversities sono stati visionati e approvati dal Consiglio delle scuole universitarie nel novembre 2020, consentendo così di concludere i lavori. I valori di riferimento formulano una collocazione della formazione continua universitaria, definiscono i diplomi di formazione continua, l’ammissione e la relazione con i corsi preparatori agli esami di formazione professionale superiore, descrivono le caratteristiche fondamentali della formazione continua universitaria e delineano infine l’applicazione dei cinque principi della LFCo nella formazione continua universitaria.
"Riconoscere precocemente i temi e comunicare tempestivamente le richieste"
L’obiettivo del gruppo di lavoro Issue Management è riconoscere tempestivamente i temi sociali e politici che incidono sulle condizioni quadro della formazione accademica, della ricerca e dell’insegnamento. Riguardo ai temi prioritari vengono sviluppate per tempo argomentazioni e definite misure di comunicazione. All’interno del gruppo di lavoro è rappresentata anche la rete Future. In questo modo viene garantito il contatto con la rappresentanza degli interessi a Berna. A settembre 2020, dopo un’attenta valutazione, il Comitato direttivo di swissuniversities ha prorogato il mandato al gruppo di lavoro Issue Management.
La crisi legata al coronavirus ha caratterizzato l’agenda a livello di comunicazione. Le scuole universitarie hanno dovuto adottare rapidamente misure per contenere la pandemia e comunicarle in maniera plausibile sia nella propria comunità sia all’opinione pubblica. Erano inoltre in agenda gli oggetti politici «Iniziativa per la limitazione» e «Sì al divieto degli esperimenti sugli animali e sugli esseri umani», così come l’accordo quadro e gli sviluppi delle decisioni politiche in Svizzera e nell’Ue rispetto a Horizon Europa ed Erasmus+. Attraverso una conferenza stampa congiunta, gli istituti ERI sono riusciti a richiamare l’attenzione sulle proprie posizioni prima della votazione sull’iniziativa per la limitazione.
"Pretendere e promuovere l’integrità scientifica: un compito centrale delle scuole universitarie."
L’integrità scientifica è un presupposto imprescindibile per una ricerca e un insegnamento di alta qualità. Scuole universitarie ed enti di promozione hanno una particolare responsabilità: garantiscono le condizioni quadro affinché l’integrità scientifica venga concretamente vissuta e possano essere evitati comportamenti errati.
Un gruppo di esperti composto da rappresentanti delle Accademie svizzere delle scienze, del Fondo nazionale svizzero e di swissuniversities sta elaborando un codice sull’integrità scientifica sotto la guida delle Accademie. Al termine del 2020 i lavori erano quasi completati. Il codice fissa per iscritto una prassi comune di standard e costituisce la base per una comprensione condivisa delle caratteristiche che contraddistinguono l’integrità scientifica.
swissuniversities sta inoltre valutando la possibilità di creare un centro di competenza nazionale per l’integrità scientifica. Un relativo rapporto sarà disponibile nel primo semestre 2021. I risultati consentiranno di valutare se e in quale forma un tale centro possa rafforzare ulteriormente la piazza svizzera del sapere.
"La strategia nazionale di Open Research Data integra la strategia Open Access e supporterà la politica Open Science."
All’inizio del 2020, SEFRI, swissuniversities, FNS e i due politecnici federali hanno siglato un accordo per stabilire una strategia nazionale di Open Research Data (ORD). Tale strategia è chiamata a definire gli obiettivi e i principi sovraordinati nell’ambito dell’ORD per la sede ERI Svizzera. Essa è concepita come un’integrazione alla strategia Open Access e intende definire una politica di Open Science ambiziosa e duratura per la Svizzera, che sia in grado di corrispondere agli sviluppi a livello europeo e mondiale. A dicembre 2020 la bozza della strategia e il rapporto di base sono stati presentati al gruppo d’accompagnamento guidato dalla Segretaria di Stato e sono stati altresì inoltrati in consultazione alle scuole universitarie, così come ai partner ERI.
La strategia precisa attraverso quattro obiettivi la direzione in cui il panorama delle infrastrutture e dei servizi ORD dovrebbe svilupparsi. Per consentire questo processo, la futura rete ORD dovrà essere gestita da una governance efficiente ed efficace. Per questo motivo, nell’ottica del controllo strategico trasversale va istituito un consiglio strategico Open Research Data.
"Grazie alle misure protettive adottate, l’AMS si è potuto svolgere con successo e in sicurezza anche nel 2020, anno del coronavirus."
Nel quadro della gestione della procedura di ammissione agli studi in campo medico, swissuniversities è incaricata di organizzare il test attitudinale per lo studio di medicina in Svizzera (AMS). Lo svolgimento dell’AMS 2020 era incerto a causa del coronavirus. Assieme alla CSSU, in primavera sono stati sviluppati diversi scenari di rischio per l’eventualità in cui l’AMS non potesse svolgersi come previsto. In particolare, sono stati presi in esame un rinvio dell’AMS a una data successiva e una selezione basata sulle quote di successo cantonali in considerazione delle note di maturità.
Grazie al piano di protezione appositamente elaborato e alle complesse misure protettive (compresa la riduzione del test), l’AMS ha potuto infine essere efficientemente svolto nella data prevista in collaborazione con tutti i partner e senza problemi. All’occorrenza, nei prossimi anni sarà possibile ricorrere ai piani elaborati per le procedure di selezione alternative.
"Le disposizioni transitorie sull’ammissione alle SUP sono state consolidate e tradotte in un’ordinanza. La Camera delle scuole universitarie professionali è stata fortemente coinvolta in questi lavori e ha esposto il punto di vista delle scuole universitarie."
Su incarico del Consiglio delle scuole universitarie, a gennaio 2020 la SEFRI ha avviato la procedura di consultazione sul progetto dell’ordinanza concernente l’ammissione agli studi delle scuole universitarie professionali. Il Comitato direttivo ha invitato la Camera delle scuole universitarie professionali a formulare il parere di swissuniversities in merito. In tale contesto, per le scuole universitarie professionali era importante sottolineare che la via maestra per accedere alla maggior parte dei corsi di studi SUP è la maturità professionale, e continuerà a esserlo anche in futuro. Al contempo, tramite un esame di ammissione, anche le persone con diversi anni di esperienza nel mondo del lavoro devono poter essere ammesse agli studi presso le scuole universitarie professionali. Questa possibilità ha assunto un ruolo di rilievo nell’ottica della permeabilità del sistema formativo. Un ulteriore aspetto importante nell’ordinanza è un avvicinamento dei requisiti di ammissione della disciplina «Design» a quelli della disciplina «Musica, teatro e altre arti» in considerazione del fatto che la prima ha subito una
"Le buone pratiche mirano ad assicurare le pari opportunità nelle procedure di nomina."
Tutte le scuole universitarie si impegnano a promuovere le pari opportunità e la diversità. Tuttavia, nonostante un continuo miglioramento nel corso degli scorsi anni e una soddisfacente quota femminile pari a quasi il 40% fra le professoresse e i professori di nuova nomina tra il 2017 e il 2019 nel quadro del sistema Tenure Track, alla fine dei conti la percentuale femminile complessiva è inferiore al 25%.
In aggiunta alle numerose misure già attuate, la Camera delle scuole universitarie ha pertanto approvato raccomandazioni e buone pratiche (disponibili in francese, in tedesco e in inglese) mirate ad assicurare le pari opportunità nelle procedure di nomina. Un reclutamento trasparente e professionale non è solo nell’interesse della diversità e della parità di trattamento, ma influisce positivamente anche sulla performance e sulla concorrenzialità delle scuole universitarie.
Tali raccomandazioni e buone pratiche riguardano anche le direzioni delle scuole universitarie e le commissioni di nomina, nonché le rispettive procedure. A livello di direzione delle scuole universitarie, pari opportunità e diversità sono elementi centrali per lo sviluppo strategico della politica universitaria. Sul piano procedurale, le raccomandazioni si riferiscono in primo luogo alle descrizioni delle posizioni, alle commissioni di nomina, ai criteri di valutazione nonché alle ore di prova.
"Questi accordi rappresentano un passo importante per l’attuazione dell’Open Access in Svizzera. Garantiscono a ricercatori e studenti un accesso ottimale alle pubblicazioni", afferma il presidente di swissuniversities Yves Flückiger, a capo del team incaricato delle trattative.
Le trattative con le case editrici Elsevier e Springer Nature hanno portato alla conclusione dei contratti «Read & Publish» nel primo trimestre del 2020. Si tratta di un’importante pietra miliare nell’attuazione della strategia nazionale Open Access.
Nell’ambito degli accordi con Elsevier, tutte le istituzioni aderenti a swissuniversities e tutti i membri del Consorzio delle biblioteche universitarie svizzere hanno ottenuto accesso alla Freedom Collection e a ScienceDirect, per un totale di 16 milioni di pubblicazioni tratte da oltre 2500 riviste. Inoltre, i ricercatori possono ora effettuare le proprie pubblicazioni nella maggior parte delle riviste Gold e ibride di Elsevier in modalità Open Access.
Il contratto con Springer Nature consente agli autori di pubblicare integralmente i propri lavori in Open Access sulle oltre 2000 riviste ibride. Questo accordo prevede inoltre pieni diritti di lettura e accesso permanente al portfolio di riviste Springer Nature per tutti i ricercatori e gli studenti.
Secondo l'accordo con Wiley & Sons, che è stato firmato nel maggio 2021, gli autori saranno in grado di pubblicare i loro articoli scientifici per intero nel portafoglio ad Open Access di Wiley di quasi 1.400 riviste ibride. Inoltre, questo accordo fornisce a tutti i ricercatori e studenti delle istituzioni partecipanti i diritti di lettura completi e l'accesso permanente al portafoglio di riviste Wiley.
I contratti stipulati sinora rappresentano un importante successo in vista dell’obiettivo della strategia nazionale Open Access, ossia pubblicare il 100% degli articoli scientifici in modalità Open Access entro l’anno 2024.
All’interno del settore Relazioni internazionali, l’organizzazione e il coordinamento delle fiere internazionali della formazione hanno subito fortissime ripercussioni a causa della pandemia da coronavirus. Una dopo l’altra, le fiere della formazione in presenza APAIE, NAFSA ed EAIE sono state annullate e in parte sostituite da conferenze virtuali. La sfida consisteva nell’assicurare comunque visibilità a livello internazionale alle scuole universitarie svizzere. Nell’ambito dell’EAIE Community Exchange è stata svolta una fiera virtuale a cui ha partecipato study in switzerland+. Le esperienze raccolte consentiranno di portare avanti questo percorso virtuale nel 2021.
"La strategia 2021-2024 della Camera delle alte scuole pedagogiche affronta importanti temi sociali e di politica della formazione."
A giugno 2020 la Camera delle alte scuole pedagogiche ha approvato la propria strategia 2021-2024. Quest’ultima definisce otto obiettivi strategici relativi ai temi «Professioni nell’ambito della formazione», «Didattica disciplinare», «Diversità, inclusione e pari opportunità», «Sostenibilità e formazione», «Trasformazione digitale e formazione», «Ricerca e sviluppo», «Promozione delle nuove leve» nonché «Collaborazioni, partnership e mobilità» e affronta in questo modo importanti sfide sociali e di politica della formazione.
Nel periodo strategico 2017-2020, conclusosi alla fine del 2020, sono stati realizzati diversi prodotti. Il rapporto sulle carriere presso le alte scuole pedagogiche («Laufbahnen an Pädagogischen Hochschulen», disponibile solo in tedesco) illustra per esempio le funzioni esercitate presso le alte scuole pedagogiche e abbozza possibili opzioni di carriera. Le raccomandazioni per la promozione della mobilità nazionale e internazionale («Recommandations visant à promouvoir la mobilité nationale et internationale», disponibili in francese e in tedesco) riprendono l’orientamento internazionale quale peculiarità delle moderne scuole universitarie. Le raccomandazioni su formazione e migrazione («Recommandations ‘Education et Migration’», disponibili in francese e in tedesco) affrontano i temi delle pari opportunità e dell’inclusione.
(in franchi svizzeri)
Attivi | 2020 |
2019 |
Attivo circolante | 0 |
0 |
Liquidità | 6’624’329 |
11’637’212 |
Crediti per forniture e prestazioni | 786’265 |
1’495’234 |
Ratei e risconti attivi | 987’878 |
424’309 |
Totale attivo circolante | 8’398’472 |
13’556’755 |
Attivo fisso | 0 |
0 |
Immobilizzazioni finanziarie | 40’040 |
40’040 |
Impianti mobiliari | 110’293 |
134’593 |
Totale attivo fisso | 150’333 |
174’633 |
Totale attivi | 8’548’805 |
13’731’388 |
Passivi | 2020 |
2019 |
Capitale di terzi a breve termine | 0 |
0 |
Debiti per forniture e prestazioni | 493’018 |
1’882’642 |
Debiti onerosi a breve termine | 1’065’935 |
1’547’839 |
Altri debiti a breve termine | 124’120 |
165’624 |
Ratei e risconti passivi | 1’522’990 |
4’399’404 |
Totale capitale di terzi a breve termine | 3’206’062 |
7’995’510 |
Capitale di terzi a lungo termine | 0 |
0 |
Altri debiti a lungo termine | 2’802’346 |
3’337’787 |
Accantonamenti a lungo termine | 1’558’337 |
1’861’078 |
Totale capitale di terzi a lungo termine | 4’360’683 |
5’198’865 |
Totale capitale di terzi | 7’566’745 |
13’194’375 |
Capitale proprio | 0 |
0 |
Riserve | 1’494’487 |
1’429’476 |
Riporto perdite (riporto utili) | -957’475 |
452’303 |
Utile annuo (perdita annua) | 445’047 |
-1’344’765 |
Totale capitale proprio | 982’060 |
537’013 |
Totale passivi | 8’548’805 |
13’731’388 |
(in franchi svizzeri)
Conto economico | 2020 |
2019 |
Quote membri | 2’964’112 |
3’033’701 |
Contributi dei membri per progetti | 230’746 |
0 |
Contributi Confederazione secondo LPSU | 1’491’635 |
1’568’261 |
Rimborso contributi Confederazione secondo LPSU | -24’059 |
-230’760 |
Contributi Confederazione mandati | 716’500 |
715’350 |
Rimborso contributi Confederazione mandati | -193’602 |
-63’651 |
Contributi vincolati a progetti della Confederazione | 1’686’983 |
2’074’689 |
Contributi altri progetti Confederazione | 0 |
18’172 |
Contributi Cantoni secondo LPSU | 1’491’635 |
1’568’262 |
Rimborso contributi Cantoni secondo LPSU | -24’059 |
-230’760 |
Contributi progetti Cantoni secondo LPSU | 0 |
60’000 |
Contributi Cantoni mandati/decisioni | 811’342 |
305’877 |
Finanziamento di progetto Commissione europea | 2’275 |
2’096 |
Diritti EMS | 833’668 |
806’281 |
Diritti EMS anni precedenti | 2’525 |
293’767 |
Contributi delle scuole universitarie | 356’356 |
298’096 |
Contributi di terzi | 10’792 |
18’725 |
Ricavi da accantonamenti e riserve | 0 |
236’868 |
Riduzione sul reddito IVA | -264’239 |
-341’959 |
Ricavi dell’esercizio | 10’092’610 |
10’133’016 |
Conteggi fondi fiduciari progetti e programmi | 228’279 |
268’202 |
Stipendi | -5’092’347 |
-5’050’680 |
Onorari esperti | -268’607 |
-251’788 |
Costi delle assicurazioni sociali | -1’110’213 |
-1’070’234 |
Altri costi per il personale | -179’237 |
-119’372 |
Prestazioni di lavoro di terzi | -48’924 |
0 |
Costi per il personale | -6’699’328 |
-6’492’074 |
Costi per l’uso di locali | -900’952 |
-511’939 |
Manutenzione, riparazioni, costi leasing | -12’643 |
-13’528 |
Servizi di terzi | -1’588’569 |
-1’748’488 |
Assicurazioni cose, contributi | -8’524 |
-8’242 |
Costi energetici e di smaltimento | -12’534 |
-12’095 |
Costi amministrativi | -273’802 |
-361’728 |
Biblioteca | -8’507 |
-5’466 |
Costi per l’informatica | -248’699 |
-345’800 |
Costi pubblicitari | -219’452 |
-411’306 |
Altri costi di esercizio | -402’254 |
-461’534 |
Spese finanziarie | -44’002 |
-44’559 |
Ricavi finanziari | 2 |
112 |
Ammortamenti macchine e apparecchiature | -32’812 |
-39’516 |
Ammortamenti mobili e attrezzature per ufficio | -8’939 |
-9’831 |
Costi di esercizio diversi | -3’761’686 |
-3’973’919 |
Utile aperiodico | 602’404 |
264 |
Proventi da altri centri di costo | 0 |
1’751’271 |
Spese aperiodiche | -17’592 |
-1’275’330 |
Spese di altri centri di costo | 0 |
-1’751’271 |
Altri utili non operativi | 360 |
776 |
Altri costi non operativi | 0 |
-5’700 |
Risultato straordinario/costi straordinari | 585’172 |
-1’279’990 |
Utile/perdita d’esercizio | 445’047 |
-1’344’765 |
Rettore Université de Genève, UNIGE
Rettrice Université de Fribourg, UNIFR
Presidente della direzione Fachhochschule Nordwestschweiz, FHNW
Rettore Pädagogische Hochschule Zürich, PH Zürich
Direttore Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana, SUPSI
Presidenti Eidgenössische Technische Hochschule Zürich, ETH Zürich
Rettore Haute École pédagogique des cantons de Berne, du Jura et de Neuchâtel, HEP-BEJUNE
Segretaria generale swissuniversities con voto consultivo
Rettore Berner Fachhochschule, BFH
Presidente École Polytechnique Fédérale de Lausanne, EPFL
Rettore Fachhochschule Graubünden, FHGR
Direttore Fachhochschule Ostschweiz, FHO / Ostschweizer Fachhochschule, OST
Membre del consiglio di amministrazione Michael Haute École pédagogique Fribourg, HEP-Fribourg
Co-Direttore Haute École pédagogique du Valais, HEP-Valais
Rettore Haute École pédagogique Vaud, HEP-Vaud
Rettrice Haute École Spécialisée de Suisse occidentale, HES-SO
Rettrice Hochschule für Heilpädagogik, HfH
Rettore Hochschule Luzern, HSLU
Rettore Kalaidos Fachhochschule Schweiz, Kalaidos FH
Rettore Pädagogische Hochschule Bern, PH Bern
Rettore Pädagogische Hochschule Graubünden, PH Graubünden
Rettrice Pädagogische Hochschule Luzern, PH Luzern
Rettore Pädagogische Hochschule Schaffhausen, PH Schaffhausen
Rettore Pädagogische Hochschule Schwyz, PH Schwyz
Rettore Pädagogische Hochschule St. Gallen, PH St. Gallen
Rettrice Pädagogische Hochschule Thurgau, PH Thurgau
Rettrice Pädagogische Hochschule Zug, PH Zug
Rettrice Universität Basel, UNIBAS
Rettore Universität Bern, UNIBE
Rettrice Université de Lausanne, UNIL
Rettore Universität Luzern, UNILU
Rettore Université de Neuchâtel, UNINE
Rettore Universität St. Gallen, UNISG
Rettore Università della Svizzera italiana, USI
Rettore Universität Zürich, UZH
Rettore ZHdK Zürcher Fachhochschule, ZFH
Direttrice Pädagogische Hochschule FHNW
Capo dipartimento SUPSI-DFA
Dr. Martina Weiss
Segretaria generale
martina.weiss@swissuniversities.ch
031 335 07 68
Dr. Sabine Felder
Supplenza segretaria generale/ Responsabile del settore Insegnamento e infrastruttura
sabine.felder@swissuniversities.ch
031 335 07 39
Etienne Dayer
Responsabile della Camera delle scuole universitarie professionali
etienne.dayer@swissuniversities.ch
031 335 07 31
Dr. François Grandjean
Responsabile della Camera delle scuole universitarie
françois.grandjean@swissuniversities.ch
031 335 07 69
Dr. Andrea Hungerbühler
Responsabile della Camera delle alte scuole pedagogiche
andrea.hungerbühler@swissuniversities.ch
031 335 07 59
Noëmi Eglin-Chappuis
Co-responsabile del settore Ricerca e sviluppo
noemi.eglin-chappuis@swissuniversities.ch
031 335 07 37
Stefanie Wyssenbach
Co-responsabile del settore Ricerca e sviluppo
stefanie.wyssenbach@swissuniversities.ch
031 335 07 82
Rahel Imobersteg
Responsabile del settore Politica universitaria
rahel.imobersteg@swissuniversities.ch
031 335 07 72
Dr. Dimitri Sudan
Responsabile del settore relazioni internazionali
dimitri.sudan@swissuniversities.ch
031 335 07 56
Livia Schmid
Responsabile Finanza
livia.schmid@swissuniversities.ch
031 335 07 47
Barbara Jgushia
Responsabile Human Resources
barbara.jgushia@swissuniversities.ch
031 335 07 49
Dietrich Lindemann
Responsabile informatica
dietrich.lindemann@swissuniversities.ch
031 335 07 51
Josefa Haas
Responsabile comunicazione
josefa.haas@swissuniversities.ch
031 335 07 34