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swissuniversities mette in guardia: l’iniziativa per il divieto della sperimentazione sugli animali in Svizzera compromette il progresso in medicina e in campo ambientale

L’iniziativa “Sì a un futuro senza esperimenti sugli animali” minaccia il polo di ricerca e innovazione svizzero e nuoce alla popolazione elvetica impedendo lo sviluppo di nuove conoscenze e soluzioni, in particolare nei settori della salute, dell’alimentazione e dell’ambiente. La ricerca che coinvolge gli animali in Svizzera è condotta in modo responsabile e va a beneficio dell’uomo, degli animali e dell’ambiente. Nel 2022, l’elettorato svizzero ha chiaramente respinto un divieto degli esperimenti sugli animali.

L’iniziativa popolare federale “Sì a un futuro senza esperimenti sugli animali” mira a vietare gli esperimenti sugli animali, compresi il divieto alla detenzione, all’allevamento e al commercio di animali destinati a tale scopo. L’iniziativa chiede che tutti gli esperimenti sugli animali per l’insegnamento e la formazione, per la ricerca di base, nonché gli esperimenti con grado di severità 3 siano vietati immediatamente e che tutti gli altri esperimenti sugli animali siano vietati al più tardi entro sette anni dall’approvazione dell’iniziativa popolare. Questi divieti metterebbero a rischio importanti campi di ricerca e renderebbero più difficile o addirittura impossibile il progresso, l’innovazione e la formazione nel campo della medicina umana e veterinaria, così come in altri settori delle scienze della vita e delle biotecnologie. La ricerca è un campo internazionale, ed è per questo che swissuniversities si impegna a garantire che gli esperimenti sugli animali possano continuare a svolgersi nelle università svizzere. In Svizzera gli esperimenti sugli animali sono soggetti a regole severe. In caso di divieto, ci si può aspettare che molti esperimenti siano trasferiti all’estero, dove la legislazione tiene spesso meno conto della protezione degli animali.

Gli esperimenti sugli animali sono spesso indispensabili per la ricerca di cure per malattie gravi, per lo sviluppo di farmaci e per la ricerca fondamentale. Essi permettono di salvare vite e di attenuare le sofferenze, ad esempio in ambito oncologico o immunologico. Per aumentare la sicurezza dei pazienti le autorità di regolamentazione esigono che i prodotti farmaceutici siano testati sugli animali.

Il progresso della medicina umana e veterinaria in Svizzera è messo a rischio

Nel febbraio 2022, l’elettorato svizzero ha respinto un’iniziativa che mirava a vietare gli esperimenti su animali e su esseri umani con una chiara percentuale di “no” molto chiaro, pari al 79% (si vedano anche le dichiarazioni di swissuniversities del 2019, 2021 e 2022). La nuova iniziativa popolare chiede nuovamente un divieto di tutti gli esperimenti sugli animali, che l’elettorato svizzero ha chiaramente respinto in passato e la cui adozione avrebbe gravi conseguenze negative.

La Svizzera è un leader riconosciuto a livello internazionale nella ricerca, nell’innovazione, nello sviluppo e nella formazione. Questa posizione di leadership verrebbe messa a repentaglio se l’iniziativa venisse accettata. Il progresso e l’acquisizione di conoscenze nel campo della medicina e delle scienze della vita verrebbero impediti.

Inoltre, il divieto degli esperimenti sugli animali nell’ambito dell’insegnamento e della formazione continua avrebbe conseguenze di vasta portata in medicina veterinaria e quindi per la salute e il benessere di animali domestici, da compagnia, da allevamento e selvatici. Ciò porterebbe a una perdita di competenze in materia di protezione e di benessere degli animali nel nostro Paese. Inoltre, anche nel campo della medicina umana i medici si affidano agli esperimenti sugli animali per la loro formazione di base e continua, ad esempio per apprendere le tecniche chirurgiche. Un divieto avrebbe quindi un impatto diretto sulla qualità della loro formazione.

La ricerca con gli animali in Svizzera oggi

In Svizzera la ricerca che coinvolge gli animali è rigidamente regolamentata. Secondo la classifica dell’Animal Protection Index (API), la Svizzera fa parte, insieme ad Austria, Danimarca, Paesi Bassi, Svezia e Regno Unito, dei Paesi con le politiche e le legislazioni più severe al mondo in materia di protezione degli animali. La legge svizzera sulla protezione degli animali è uno dei rari atti legislativi al mondo che riconosce il concetto di dignità dell’animale. La legge svizzera sulla protezione degli animali e i regolari aggiornamenti delle ordinanze e delle direttive sulla ricerca che coinvolge gli animali assicurano che il quadro giuridico sia in linea con il progresso tecnologico e con le preoccupazioni etiche della popolazione svizzera.

In Svizzera i ricercatori sono obbligati per legge ad applicare il cosiddetto “Principio delle 3R” (Replace, Reduce, Refine) quando pianificano un progetto di ricerca che coinvolge gli animali. Questo principio prevede che gli esperimenti sugli animali siano autorizzati solo se non esistono metodi alternativi (Replace). Se gli esperimenti sugli animali sono indispensabili, il numero di animali coinvolti nell’esperimento deve essere limitato al minimo necessario (Reduce). Le procedure sperimentali e le condizioni di allevamento devono causare il minor disagio possibile (Refine). Gli esperimenti sugli animali possono essere autorizzati solo se viene rispettato il principio delle 3R, questo significa ad esempio che la necessità di utilizzare gli animali deve essere chiaramente giustificata. Inoltre, i benefici previsti per la società o l’ambiente e lo stress a cui gli animali sono sottoposti devono essere descritti in maniera dettagliata. Per ragioni etiche, legali ed economiche, i metodi in silicio (modellazione informatica) e in vitro (ad esempio, colture cellulari) sono già utilizzati nella misura del possibile.

In Svizzera ogni esperimento sugli animali deve essere autorizzato dall’autorità veterinaria cantonale. La commissione cantonale per gli esperimenti sugli animali, composto non solo da esperti in campo scientifico, giuridico ed etico, ma anche da rappresentanti della protezione degli animali, valuta le richieste di autorizzazione. I modelli animali vengono utilizzati solo se non esistono alternative equivalenti; questo è un requisito fondamentale per la concessione di una sperimentazione sugli animali. A partire dalla modifica dell’ordinanza sulla protezione degli animali del 1° marzo 2018, gli istituti e i laboratori devono nominare un/a delegato/a alla protezione degli animali. Questa figura assicura che gli esperimenti siano pianificati secondo gli standard di ricerca etici fin dalla fase di richiesta iniziale e sostiene i ricercatori nell’attuazione dei principi delle 3R. Solamente specialisti qualificati, in possesso di un’autorizzazione valida per gli esperimenti sugli animali e aggiornati grazie a un sistema di formazione continua, sono autorizzati a condurre esperimenti sugli animali sotto la supervisione delle autorità veterinarie cantonali. La procedura di autorizzazione garantisce che gli esperimenti sugli animali siano limitati allo stretto necessario.

La scienza progredisce costantemente e le procedure che utilizzano modelli animali possono essere sempre più spesso sostituite da metodi alternativi. Le ricercatrici e i ricercatori stessi si stanno già impegnando per ridurre gli esperimenti sugli animali, raccogliendo lo stimolo lanciato dall’iniziativa popolare. I membri di swissuniversities sono tenuti a ridurre il più possibile l’uso degli animali nella ricerca e si impegnano per un loro trattamento rispettoso e responsabile. swissuniversities ritiene che un divieto degli esperimenti sugli animali sia una via sbagliata e, sulla base di tutti gli argomenti elencati in precedenza, respinge l’iniziativa popolare “Sì a un futuro senza esperimenti sugli animali”.


Contatto:

Josefa Haas, Responsabile Comunicazione swissuniversities

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